mercoledì 9 giugno 2010
PHOLAS DACTYLUS - Concerto delle menti - 1973 - Pagina aperta a tutti i visitatori
Rock progressivo Italiano, un ritorno agli anni ‘70. Titolo molto raro
I Pholas Dactylus sono stati una band di rock progressivo italiano attiva attorno al 1970. Il nome è quello di una conchiglia. La band di Bergamo, gruppo meteora nel panorama del progressive italiano, si formò attorno al 1972 per iniziativa del chitarrista Eleino "Lello" Colladet, di Vimercate, proveniente dai Macus 67, che mise insieme il gruppo partendo dal bassista Rinaldo Linati e aggiungendo poi Valentino Galbusera e Giampiero Nava, da un altro gruppo beat locale, i Puritani (in cui militavano due futuri componenti dei Dalton). Per ultimi arrivarono l'altro tastierista Maurizio Pancotti ed il poeta/compositore Paolo Carelli, i cui testi surrealisti vennero recitati dallo stesso Carelli anziché essere cantati. Esordì al Meeting Pop Festival di Genova nel 1972 e pubblico' un solo album nel 1973 intitolato Concerto delle Menti per l'etichetta genovese Magma. La prima rappresentazione del Concerto delle Menti fu esattamente nell'inverno 1972, a Cornate d'Adda. Il gruppo ebbe un'ottima attività live, suonando anche come spalla ai tedeschi Amon Düül II ed in alcuni festival. I ragazzi bergamaschi riescono a pubblicare questo album grazie all’interessamento di Vittorio De Scalzi dei New Trolls che, presente ad una delle loro esibizioni, viene letteralmente folgorato dalla particolarita’ del loro messaggio artistico. I Pholas Dactylus hanno realizzato, con Concerto delle Menti, un esempio unico di progressive d'avanguardia contenente solo parti vocali recitate, che può piacere a chi cerca qualcosa di inconsueto anche per l'ottima qualità della base musicale. E’ un capolavoro musicale in cui le barriere stilistiche tra vari generi vengono naturalmente e semplicemente abbattute: ai limiti dell’avanguardia per il modo approcciare la musica, aperto e senza alcuna delimitazione. E' di certo un'opera sperimentale pregevolissima, scevra dai barocchismi di cui molte volte il rock progressivo si fregia. Più di una suite dà l'idea di un "pezzo" teatrale, in cui il testo, recitato anziché cantato, ha la stessa forza emotiva, se non superiore della parte musicale. "Tra poco voi salirete su di un tram." con queste parole sospese nel vuoto strumentale, l'album inizia con un recitativo inquietante. Inquietante e visionario come tutto il resto del testo, che proietta l'ascoltatore dentro uno scenario percettivo e immaginifico. La voce di Paolo Carelli è impostata, ipnotica, è quella di un profeta dissennato dal tono minaccioso, che ti trascina in un mondo lisergico e allucinato. Il testo è scandito da stacchi e cambi di tempo, sorretto dalla parte musicale che in alcuni casi diventa trascinante e coinvolgente, in altri si dilata e reitera in una sorta di psichedelica accennata. Le tastiere di Galbusera e Pancotti si intrecciano in una trama di 50 minuti con la chitarra di Colledet su una matrice jazz che serve come base. Ci sono tratti di quiete, in cui la voce è rilassata in aperture di ampio respiro. E' un'opera che orbita attorno alla mente come alternativa a un mondo a cui non si vuole appartenere, ai suoi viaggi, alla forza dell'immaginazione che dà vita a una serie di allegorie e simbolismi. E' una fucina di alchimie. Il testo a stralci ricorda le pagine dell'Henry Miller più visionario o le righe zeppe di assenzio di Baudelaire, ma con un senso apocalittico delirante che ci prospetta scenari decadenti, viaggi a ritroso nel tempo in una visione circolare in cui il primo giorno ciba l'ultimo. Esseri umani nudi e senza volto, rospi con occhi di gemme, edifici fluttuanti, un boia, sei angeli di acciaio, un colosso dai piedi di argilla, una tromba solare, un bimbo di pietra sono tra le figure che incontriamo nell'incedere narrativo. La seconda parte del disco inizia in maniera incalzante, e in alcuni tratti ricorda alcuni album dei Jethro Tull. Musicalmente è più coinvolgente della prima parte, dove il testo era molto più presente.
L'album contiene un'unica suite divisa nelle due facciate senza interruzioni da 53:05 minuti e da esso fu tratto anche un raro 45 giri. Un disco interessante e da ascoltare, la bella copertina è di Caesar Monti. Lo scioglimento del gruppo arrivò verso la fine del 1973, problemi di salute e finanziari impedirono loro di andare avanti, un peccato dopo le ottime recensioni delle riviste specializzate.
recensione dalla rete
Formazione:
Paolo Carelli (voce)
Eleino Colladet (chitarra)
Valentino Galbusera (tastiere)
Maurizio Pancotti (tastiere)
Rinaldo Linati (basso)
Giampiero Nava (batteria)
Track list
1- Concerto delle menti - Parte 1 (29:15)
2- Concerto delle menti - Parte 2 (23:50)
tnx andrea1952
informazioni e link su
dopobasta.blogspot.com
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