mercoledì 19 maggio 2010
PERDIO - The ultimate collection - 1974
Rock progressivo Italiano, un ritorno agli anni ‘70. Titolo molto raro
Gruppo di Bergamo, che ha avuto una carriera durata circa tre anni, cominciando nell'estate 1972, Colleoni e Capogrosso avevano precedentemente suonato con i Raminghi e poi i Terza Classe, con un unico singolo nel 1971, Animal love; purtroppo, nonostante una buona attività concertistica, non ebbero mai un contratto discografico. Nonostante i molti concerti e i contatti importanti, i PERDIO non sono mai riusciti a concretizzare su LP quell'attitudine musicale così pura che era valsa loro la stima di tutti i grossi personaggi incontrati. L'indisponibilità ai compromessi richiesti dal mercato da parte di una band dallo spirito libero e dai testi politicizzati costò cara, ma la storia del gruppo bergamasco resta un esempio di coerenza e incontrollabile fedeltà alla musica come arte. Attraverso tale ottica va ascoltato questo cd che, con tutte le pecche di una registrazione effettuata da mezzi limitati, rappresenta appieno la filosofia che nei primi anni '70 legava formazioni come i PERDIO e leggende del rock inglese quali i Soft machine di Robert Wyatt o a eroi del jazz-rock italiano come gli Area di Demetrio Stratos.
La perenne tendenza all'improvvisazione più visionaria e psichedelica, unita a un indomabile desiderio di sperimentazione, è testimonianza di un periodo in cui la musica veniva vissuta ancora con passione, curiosità e mistero (compensando la scarsa padronanza della lingua inglese con una sorta di gramelot teso più che altro a rendere il suono delle parole funzionale alla musica eseguita). Caratteristiche che oggi sembrano appartenere solo a qualche abile manipolatore di marchingegni elettronici più che a veri e propri suonatori di strumenti. Quella di suonare con lo sguardo sempre rivolto al futuro e con la mente sempre spalancata era una caratteristica dei Perdio. Questo permetteva loro di restare sospesi nel tempo tra il pop, il progressive rock, la cultura lisergica dei Pink Floyd dell'era Barrett e quella freak dei tedeschi Embryo, con qualche appena percettibile eco etnica all'epoca appannaggio di pochi eletti come Geroge Harrison o Robert Plant e Jimmy Page. I PERDIO, come moltissimi gruppi degli anni '70, rappresentano una trasversalità di intenti e un'universalità di obiettivi che per quanto utopica permetteva però una conquista intellettuale e sensoriale attraverso ogni nota, conducendo nel cuore di ciò che la musica dovrebbe rappresentare.
Nel 2008 la Giallo Records ha realizzato un CD di registrazioni inedite degli anni '70, intitolato Ultimate collection 1974, comprendente in prevalenza covers di brani di gruppi stranieri (Neil Young, Rolling Stones, Grateful Dead), insieme a qualche originale (di nuovo È triste il vento, in due versioni) e a due lunghe improvvisazioni.
Formazione 1972-74
Titta Colleoni (tastiere, voce)
Fulvio Monieri (basso, chitarra, voce)
Michele Capogrosso (batteria, voce)
01 - Improvvisazione n°1 - (Fulvio Manieri)
02 - Per l'amico Matteo - (Fulvio Manieri)
03 - Improvvisazione n°2 - (Fulvio Manieri)
04 - E' triste il vento - (Gianfranco Pinto)
05 - Playing in the band - (B.Weir - R. Hunter)
06 - Jumping Jack flash - (M. Jagger - K. Richard)
07 - E' triste il vento (alternative version) - (Gianfranco Pinto)
08 - The gold it's in the - (R. Water)
09 - Well ali right - (M. Petty - B. Molly)
10 - Ohio - (N. Young)
tnx andrea1952
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01 - Improvvisazione n°1 - (Fulvio Manieri)
02 - Per l'amico Matteo - (Fulvio Manieri)
03 - Improvvisazione n°2 - (Fulvio Manieri)
04 - E' triste il vento - (Gianfranco Pinto)
05 - Playing in the band - (B.Weir - R. Hunter)
06 - Jumping Jack flash - (M. Jagger - K. Richard)
07 - E' triste il vento (alternative version) - (Gianfranco Pinto)
08 - The gold it's in the - (R. Water)
09 - Well ali right - (M. Petty - B. Molly)
10 - Ohio - (N. Young)
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