martedì 26 febbraio 2008

SANREMO 2008 - prima serata


Sigla lunga e noiosissima, ma bella la scenografia di Gaetano Castelli con un diamante da millemila carati al centro. Gianni “largo ai gggiovani” Morandi omaggia la musica italiana e mi fa già passare la voglia di guardare questa roba. Alla radio, in diretta con la Gialappa’s, ci sono Paola e Chiara. E ciò mi fa pure passare la voglia di ascoltare Radiodue… Pippo Baudo si fa attendere e mentre Chiambretti (che di solito c’è, ma stasera neanche tanto) intrattiene il direttore Del Noce, salgono sul palco dodici cloni di Pippo Baudo: “sembra Matrix girato con i mezzi delle fiction italiane”, dicono alla radio. Paura, questi me li sogno stanotte.

Il festival è iniziato da venti minuti e non si è ancora vista un po’ di gnocca. Che fine hanno fatto le vallette? Se nel 2007 Superpippo aveva scelto per affiancarlo una unica primadonna/showgirl a 320 gradi (scusate, ma 360 mi sembravano un po’ tropppi per la Hunziker), quest’anno si torna all’antico. Baudo si affida alla colaborazione in co.cco.dè della classica valletta mora e di quella bionda. Stasera dovrebbe essere il turno di Andrea Osvart, mai sentita nominare prima d’ora.

Paolo Meneguzzi (te pareva!) apre il 58mo Festival della canzone italiana. Bisogna riconoscergli il merito che per la prima volta nella sua breve carriera ha avuto il coraggio di cambiare quei quattro soliti accordi. Ma la canzone non è per niente “grande“.
C’è la telepromozione, telepromozione: Mike Bongiorno e Orietta Berti (o che sia Fiorello travestito da Orietta Berti?) nello show Infostrada “Rischianiente”. Non manca proprio nessuno, solo un geriatra.

Meneguzzi, intervistato alla radio, confessa che il suo nuovo album sarà in stile “Backstreet Boys”. Pablo al posto di Nick Carter, subito!
Arriva la Osvart, canta in playback doppiata da se stessa mentre si sta strozzando con un cubetto di spezzatino. Non mi dispiace, ma non è il mio tipo, sembra un po’ sfigata, mi ricorda Sharon Stone ai tempi della chemioterapia (la “Ricciarelli magra” suggerisce Chiambretti). Andrea dimentica un mazzo di fiori sul palco e Pierino lo passa al maestro Pippo Caruso dicendo: “tenga, li metta sulla tomba”. Qui ho riso.

Arriva L’aura con Basta. Verrà “crocifissa dalle giurie”, pronostica la Gialappa’s. Un po’ ruffiana nel testo e nella melodia, mi piace molto. D’altronde lei è una dei “favoriti che so già che mi deluderanno“. Per il momento non l’ha fatto, brava. Secondo me con l’arrangiamento del disco, slegata da quello forzatamente orchestrale, sarà addirittura meglio.

Giovani: Milagro, un duo maschile a cui piace cantare con la chitarra in mano. I soliti zeroassolutismi. Bocciati.

E’ il momento di Toto Cutugno e il suo “falco”. La canzone non sarebbe proprio malvagia, musicalmente parlando, solo esageratamente classica. Proprio troppo.
Frankie Hi Energy è già stato eletto vincitore morale dalla blogosfera. Pensavo di dover fare un sforzo per ascoltare il suo pezzo, “Rivoluzione”, invece sono fiero di fare ammenda e, seppur io non sia un amante del genere, devo riconoscere le qualità del brano. Frankie entra a sorpresa a far parte dei miei personali favoriti. Sarà un tormentone.

Giovani: Andrea Bonomo, mi concentro e provo a pensarci un po’ su, ma non credo che il panorama musicale italiano abbia bisogno di lui. Proprio per questo potrebbe anche vincere.

La scenografia si smembra e l’orchestra viene proiettata nell’iperspazio. Davvero spettacolare. Arrivano nientepopodimenoché i protagonisti di High School Musical, ma non quelli che tutti noi conosciamo molto bene, causa battaglie carampane di lunga data (ovvero Zac Efron, Vanessa Hudgens e Ashley Tisdale), ma tre patetici finti teenager italiani che farebbero una magra figura anche davanti a Fioretta Mari di Amici e invece qui ce li propinano come se fossero i più grandi artisti del millennio. Non approvo. Per me esistono solo Zac e Vanessa foreveeeeer!! (ops, scusate, mi sono lasciato prendere…)

Fabrizio Moro. Dopo questa strofa: “Riabituarmi a mangiare, a guardare un film, a dormire insieme, a non aver paura dei miei cattivi odori” sento la necessità di assentarmi un attimo.

Giovani: Frank Head, tre tamarri proletari che preferiscono fare finta di cantare anzichè andare a lavorare. Mi rifiuto di commentare questa porcheria cantabile solo in un centro sociale occupato abusivamente.

Anna Tatangelo dice “fighe” in diretta (stava parlando di se stessa?), ma a lei si perdona tutto. Bella ed elegante, peccato che soffra della sindrome di Katie Holmes: come avere vent’anni e dimostrarne sessantaquattro, anche (e purtroppo, nel suo caso), sotto il profilo musicale. Che nervoso vederla sprecata a cantare queste lagne melancoliche dagli accenti sdruccioli.

Interminabile marketta di Carlo Verdone e Geppi Cucciari. Personalmente non li ho trovati particolarmente divertenti, sarà che manca una certa originalità di fondo, come nel prossimo cantante.
Michele Zarrillo. Diretto dal Maestro Peppe Vessicchio, ribattezzato Vessucchio alla radio (anche qui ho riso). Noia, come previsto.

Nel frattempo la Gialappa’s si accorda con Paola e Chiara per mettere in atto l’attentato dell’anno al Festival. Le sorelle Iezzi si prendono l’incarico di pronunciare le parole “Red Carpet” a tradimento durante la loro esibizione di venerdì (saranno le groupie di Zarrillo).

Giovani: Melody Fall, la nuova band pre-esame-di-maturità con licenza di uccidere: già soprannominati “Tokio Hotel italiani”. Alla radio ci si interroga se siano o meno “emo”. Ma questi più che altro sono “scemo”. Truccatissimi e pettinatissimi (il cantante sembra appena uscito dal casco del peggior salone di parrucchiera di periferia) sono addirittura peggio dei Tokio Hotel. Stonature a manetta, canzone scontatissima ma molto probabilmente funzionerà. Mi prenoto per ospitare su questo blog la prossima guerra tra le fanzzz scatenate.

Lenny Kravitz (Jenny Crazy, secondo un aneddoto dei Gialappi) si è scofanato un bue: è grosso quasi quanto Gianni Sperti. Grande momento di televisione quando Lenny confida a Baudo che la sua canzone italiana preferita è Donna Rosa. Pippo parte col piano e Kravitz balla con Chiambretti (certo che per prendere due lire di SIAE, sta Donna Rosa Baudo ce la infila dentro proprio dappertutto!).

Un po’ Gipsy King, un po’ festa paesana, un po’ accampamento nel deserto. Eugenio Bennato racconta i drammi del meridione. Bel brano, di qualità, niente da dire. Non arriverà primo in nessuna classifica, ma meriterebbe.

Giovani: Daniele Battaglia, figlio dei Pooh. Ha già all’attivo un paio di immeritati successini radiofonici supportati dai suoi colleghi di Radio Italia. Canta davvero malissimo. Il pezzo all’inizio sembra discreto, poi peggiora anche a causa dell’incapacità interpretativa del cantante. Poverino, comprendiamolo, dover lottare tutti i giorni per primeggiare su Francesco Facchinetti dev’essere assai frustrante.

Impossibile dire qualcosa di negativo su Max Gazzè: “il solito sesso” è nel suo stile, testo originale, arrangiamento minimale. Però una canzone del genere a mezzanotte e un quarto è decisamente pesante, mi cala la palpebra.

Giovani: Valerio Sanzotta, ovvero un Lucio Battisti look-a-like canta De Andrè, con qualche richiamo a Edoardo Bennato. Potrebbe trovare un suo pubblico, nel complesso non mi è dispiaciuto, ma non comprerei mai un suo mp3.

Giovani: Giua, “una specie di Marcuzzi”, secondo Radiodue. A me sembra Maria Luigia di Amici. Tori Amos secondo Chiambretti, ma ce l’avrà una personalità propria? Non proprio, infatti in radio diventa presto “La nuova Mario Castelnuovo” e “la nuova Grazia di Michele”. Da spedire fuori a calci.

Ultimo big: Tricarico. Il mio nuovo mito! Chiambretti lo deride prima della canzone, Pippo Baudo e il pubblico lo deridono dopo. Non emette suono quando interrogato, non imbrocca mezza nota neanche a pagarlo quando canta. Venerdì farà un duetto con il Mago Forest e potrebbe essere il top del trash.

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